Langhe Monferrato Roero tra borghi vigneti abbazie e castelli

Langhe-Monferrato-Roero tra borghi, vigneti, abbazie e castelli

Langhe – Monferrato – Roero è uno dei paesaggi naturali Patrimonio UNESCO che per anni ho desiderato visitare, affascinata dalle tante immagini viste online e sui social, e alla fine ce l’ho fatta.

L’itinerario che ho ideato non è stato proprio un “classico”: ho voluto associare anche delle altre destinazioni nei dintorni, avendo complessivamente 4 giorni a disposizione per andare alla scoperta del territorio circostante.

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Quanti giorni occorrono per visitare le Langhe e quando andarci

Trovo sempre molto difficile rispondere alla domanda “quanti giorni servono” perché non sono dotata del dono della sintesi, in ambito di viaggi! Intendo dire che faccio fatica a “contenermi”: quando organizzo un viaggio, decido prima di tutto quali sono gli spot per me irrinunciabili e poi pianifico la durata, cercando di ricavare i giorni sufficienti per vedere tutto quello che ho in mente. In poche parole, prima faccio l’itinerario e poi decido la durata del viaggio, mai il contrario.

Penso che per visitare gli spot “classici” delle Langhe possono essere sufficienti 2 giorni (viaggio escluso) perché tutti i principali borghi sono a distanza ridotta l’uno dall’altro e concentrati in un’area ben delimitata.

Io ho prolungato il mio soggiorno di ulteriori 2 giorni per godermi anche alcune destinazioni nelle vicinanze, che sono state apprezzatissime.

Il periodo migliore per visitare le Langhe è a mio parere l’autunno, quando le colline si colorano dei toni del giallo, ocra, arancione e rosso per i quali io impazzisco. Io sono stata fortunata ad approfittare di un autunno in Tshirt e pantaloncini corti, con il sole straordinariamente caldo e le giornate che sembravano primaverili, anziché autunnali.

Penso che anche la primavera il panorama possa essere un buon momento per visitare la zona, eviterei invece l’estate e l’inverno per eccessivo caldo da un lato e rischio di giornate troppo grige dall’altro.

I borghi da non perdere

Neive, La Morra, Barolo, Barbaresco, Serralunga d’Alba e Grinzane Cavour sono i nomi che troverai scritti in qualsiasi guida turistica delle Langhe, ovvero le tappe irrinunciabili di un tour in questa zona.

La Morra, con la sua posizione arroccata in cima alla collina, è uno dei borghi con la vista più spettacolare sulle Langhe e nella sua storica cantina comunale è possibile degustare o acquistare i vini dei tantissimi produttori locali.

Barolo e Barbaresco sono i borghi che danno il nome a due dei vini più famosi delle Langhe e sono noti per il museo del vino all’interno del bellissimo castello (il primo) e per l’alta torre nella piazza principale (il secondo).

Neive, a poca distanza, conserva tutto il fascino dei borghi italiani, con il centro storico ciottolato e i vicoli che salgono a chiocciola fino alla Torre dell’Orologio.

Simbolo di Serralunga dAlba è senza dubbio il suo castello, maestoso e scenografico, che non ho potuto visitare perché le visite guidate erano tutte complete.

Spostiamoci poi a Grinzane Cavour, il cui nome deriva ovviamente da Camillo Benso conte di Cavour, che fu sindaco di Grinzane per ben diciassette anni. Tutto il borgo gira intorno al bellissimo castello di Grinzane Cavour, patrimonio UNESCO, che oltre ad essere molto scenografico grazie alla sua posizione sopraelevata e i filari di viti che lo circondano, oggi ospita il Museo delle Langhe.

Le chiesette colorate e la vigna dei pastelli

Le Langhe sono un territorio meraviglioso in cui da sempre l’uomo è riuscito a interagire con il paesaggio: i borghi arroccati sulle colline, i filari delle viti a perdita d’occhio e le tante piccole chiesette che costellano il paesaggio sono solo alcuni tra i motivi per percorrere queste zone.

Altra motivazione che rende un tour delle Langhe “una delle cose da fare nella vita” è senza dubbio la visita a due delle opere del maestro dell’arte contemporanea David Tremlett. Il suo amore per le Langhe lo porta a realizzare la decorazione della cappella di S. Maria delle Grazie a La Morra: la cappella era sorta per fungere da riparo per i lavoratori dei vigneti ma era oramai diroccata e abbandonata da molti anni.

Alla fine degli anni ’90 si decide di ristrutturarla e viene affidato il compito a David Tremlett e all’amico Sol LeWitt di decorare l’interno e l’esterno. Il risultato è un colpo d’occhio gioioso e vivace, una vera opera d’arte contemporanea inserita nel meraviglioso panorama delle colline delle Langhe.

Dopo circa vent’anni è il momento di una nuova ristrutturazione che riguarda questa volta la chiesetta sconsacrata di Coazzolo: 300 metri quadrati di superficie pittorica in tonalità tenui con tre colori dominanti, il giallo, l’ocra e il verde oliva.

A poca distanza dalla chiesetta, dopo aver percorso un brevissimo tratto in mezzo ai filari, si raggiunge la ben nota Vigna dei Pastelli. Giusto il tempo per una breve sosta per qualche foto e per godersi il panorama e poi si prosegue.

L’abbazia di Staffarda e il Castello della Manta

Queste due attrazioni sono state certamente tra le sorprese più inaspettate del viaggio: senza nulla togliere ovviamente al paesaggio e ai borghi delle Langhe, bellissimi davvero, questi due luoghi poco conosciuti sono tipici esempi di undertourism di ottima qualità, ovvero un turismo che predilige mete meno conosciute, meno prese d’assalto dalla massa e meno gettonate ma non per questo meno affascinanti o artisticamente meno rilevanti.

L’abbazia di Staffarda è un gioiellino! Vero che io ho un debole per le abbazie: quando vedo un chiostro quadrato con il pozzo al centro già impazzisco ma Staffarda è realmente un ottimo esempio di architettura benedettina cistercense.

Fin da lontano, l’abbazia appare come un’oasi sperduta nella pianura cuneese, con le alte montagne innevate del Monviso a far da protezione alle sue spalle.

Il chiostro circondato quasi completamente dal portico colonnato, è il fulcro vitale del complesso, intorno al quale si distribuiscono tutti gli ambienti necessari alla vita monastica (refettorio, sala capitolare e persino lavatoio), oltre ovviamente alla bella Chiesa decorata.

All’esterno dell’area monacale, si trovavano la foresteria per i pellegrini e il mercato coperto: questa zona, il cosiddetto “concentrico” di Staffarda, ossia il borgo, conserva tuttora le storiche strutture architettoniche funzionali all’attività agricola dell’epoca.

Il Castello della Manta è invece una fortezza medievale affasciante, con un salone baronale che lascia senza parole per il suo ciclo di affreschi, che rappresenta una delle più stupefacenti testimonianze della pittura tardogotica profana, ispirata ai temi dei romanzi cavallereschi.

Il Castello è oggi un Bene FAI e dunque accessibile solo con visite guidate a cura dei volontari del FAI, sempre molto bravi ad accompagnare il visitore attraverso i tratti più caratteristici del luogo che si sta visitando.

Mondovì e dintorni

Per il mio tour, avendo approfittato del ponte festivo di inizio novembre, ho avuto qualche difficoltà a trovare alloggio e dunque ho necessariamente optato per una soluzione leggermente decentrata rispetto alla classica zona dei borghi delle Langhe.

É così, per puro caso, che ho scoperto Mondovì. Già al primo sguardo la piccola cittadina appare molto carina, con le belle piazze lastricate, il Duomo e i palazzi affrescati tutt’intorno.

Se poi ci aggiungiamo che si può salire in funicolare fino alla città alta e fare il bis di bellezza, possiamo dire di essere ufficialmente di fronte a una delle tante “bellezze inaspettate” che l’Italia offre ai suoi visitatori.

Le due anime della città sono dunque i rioni Piazza (in alto) e Breo (ai piedi della collina). Partendo da Piazza, sulla cima del Monteregale, si percorre la via lastricata che passa accanto alla maestosa cattedrale settecentesca di San Donato, fino a raggiungere il Giardino del Belvedere, dove lo sguardo spazia su colline, Alpi e pianura cuneese.

Breo è il centro storico barocco, ricco di vie eleganti e porticate, con negozi e locali storici. Da non perdere la scenografica piazza San Pietro, decorata da meridiane.

A poca distanza da Mondovì, merita una visita il Santuario di Vicoforte.

A dire la verità, sarebbe più corretto parlare di complesso monumentale perché, lasciata l’auto ai parcheggi e arrivati di fronte al maestoso santuario, ci si accorge immegiatamente che quest’ultimo è inserito in un contesto che appare piuttosto come una piccola cittadella della spiritualità.

Il monastero, la piazza e la cosiddetta “palazzata” fanno da contorno a quel che è stato dichiarato monumento nazionale e che è noto in tutto il mondo come il santuario con la cupola ellittica più grande al mondo.

Esperienza che purtroppo non ho potuto fare ma della quale ho letto e visto molte testimonianze (e che dunque consiglio assolutamente) è la salita alla cupola: tassativamente da prenotare con anticipo, si viene dotati di elmetti e imbragatura e si viene accompagnati fino alla sommità della cupola, dalla quale ovviamente il panorama sulle Langhe e sull’arco alpino dev’essere qualcosa di indimenticabile.

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