Cosa c’è di più rilassante di un weekend ad alta quota tra natura, relax, arte e buon cibo? Quello che oggi ti propongo è un itinerario “chiavi in mano” di due giorni in Valle Isarco, ideale sia per gli adulti che per i bambini, senza trekking faticosi o passeggiate per camminatori super allenati.
Da amante dell’estate quale sono, non amo andare in spiaggia a settembre (nonostante in alcuni casi le temperature lo permettano!) perché le giornate più corte e il sole meno potente mi ricordano che ci stiamo avviando verso i mesi invernali e questo mi mette tristezza.
Trovo invece molto più piacevole andare in montagna, godermi quel tepore che ancora il sole ci regala, rilassarmi in SPA ed abituarmi piano piano all’aria più frizzantina dell’autunno, avvolta in un caldo maglioncino a sorseggiare la prima cioccolata calda con panna della stagione.
Ho pensato ad un itinerario che prevede la visita di due borghi e di una famosa abbazia nella giornata di sabato, per poi dedicare la domenica a raggiungere le Piramidi di terra di Renon, usufruendo della cabinovia in partenza da Bolzano e poi del trenino storico del Renon.
Pronti? Partiamo!
Indice dei contenuti
- Giorno 1: l’abbazia di Novacella e i borghi di Chiusa e Castelrotto
- Giorno 2: le piramidi di terra di Renon
Giorno 1: l’abbazia di Novacella e i borghi di Chiusa e Castelrotto
Si parte di buon’ora, consapevoli che per arrivare da Padova all’abbazia di Novacella, la prima tappa del nostro itinerario, sono necessarie circa 3 ore d’auto, traffico permettendo.
Novacella fu un importante centro religioso e culturale fin dalla sua fondazione, nel lontano 1142. Il complesso è piuttosto ampio, frutto di successivi rimaneggiamenti e riorganizzazioni degli spazi, ma stupendamente conservato e piacevolmente fruibile.
Una volta acquistato il biglietto d’ingresso, la prima meraviglia da scoprire è il giardino abbaziale barocco: ancora oggi rifornisce di frutta, erbe aromatiche e verdura il monastero e funge ovviamente da luogo di raccoglimento e riposo. Bastano pochi passi al suo interno per sentirsi distanti anni luce dalla confusione, dalla frenesia e dal rumore della vita di città.
Un luogo meraviglioso che ho amato moltissimo, sarà che ho una passione unica per i giardini e ci rimarrei ore solamente a fotografare dalle diverse angolazioni fiori e piante.
Proseguiamo all’interno dell’abbazia vera e propria e veniamo accolti immediatamente in un chiostro molto bello che si collega alla basilica abbaziale. Quest’ultima, chiamata “atrio del paradiso” (e non è difficile capirne il perché) è davvero un colpo d’occhio notevole! Gli affreschi sublimi e la spiccata verticalità dell’architettura fanno di lei un vero capolavoro.
Ma i due gioielli dell’abbazia sono indubbiamente la biblioteca e la sala cinese. Devi sapere che io sono innamorata pazza delle biblioteche antiche: quando entro in questi meravigliosi saloni, con le scaffalature alle pareti, le decorazioni e gli intagli a impreziosire questi preziosi scrigni di storia, mi incanto col naso all’insù ad osservare le migliaia di libri custoditi e mi sento come Belle nel cartone animato Disney “la Bella e la Bestia”.
La biblioteca di Novacella risale al 1770 ed è una delle più belle della regione germanofona, anche per i preziosi stucchi dorati in stile rocorò, le porte dalle serrature artistiche e il pavimento in pietra naturale. Custodisce circa 20000 volumi ma altri 75000 sono contenuti nei magazzini e fungono da supporto per gli studi teologici dei canonici.
Nell’ambiente che fungeva da anticamera, vennero riportati alla luce durante dei lavori nella primavera 2021 delle bellissime pitture di derivazione orientale, testimonianza dell’entusiasmo artistico che verso fine 1700 si provava nei confronti dell’esotica Cina.
La sala cinese, molto bella, è completamente dipinta con scene di vita quotidiana cinese, con uccelli esotici e raffigurazioni dei 4 elementi.
Terminata la visita dell’abbazia, si riprende l’auto e si ritorna sulla statale verso Bolzano per una sosta nei caratteristici borghi altoatesini di Chiusa (Klausen in tedesco) e Castelrotto (Kastelruth in tedesco).
Entrambi inclusi nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, questi due paesini presentano le tipiche caratteristiche del paesini di montagna: un vicolo centrale principale che solitamente inizia e finisce in corrispondenza delle due piazze principali, la chiesa attorno alla quale si raccolgono le abitazioni con i balconi pieni di gerani fioriti. Vale certamente la pena fare una passeggiata e magari fermarsi per un aperitivo.
Giorno 2: le piramidi di terra di Renon
Colazione di buon’ora, check out e via verso Bolzano, nei pressi della stazione ferroviaria, dove si incontra la Stazione a Valle della Cabinovia che sale fino a Soprabolzano. Questa cabinovia copre in poco più di 10 minuti un dislivello di quasi 1000 mt. portandoci fino al paesino di Soprabolzano.
Da qui è possibile imboccare uno dei numerosi sentieri indicati o servirsi del Trenino rosso del Renon per raggiungere in circa 30 minuti la stazione di Collalbo dalla quale, con una facilissima passeggiata di circa 40 minuti, si raggiungono le famosissime Piramidi di terra di Renon.
Il costo del biglietto unico cabinovia + trenino a/r per gli adulti è di 15€ ma garantisco che sono ben spesi, anche solo per il panorama che si gode dalla cabinovia.
L’esperienza poi del trenino a scartamento ridotto che lentamente passa attraverso i prati tra Soprabolzano a Collalbo è anch’essa entusiasmante, sia per gli adulti che per i bambini. Dalla stazione si seguono le facili indicazioni per il sentiero 24 che conduce alle terrazze create per l’osservazione delle Piramidi, raggiungibili anche con passeggini e carrozzine.
Le piramidi di terra di Renon sono le più alte d’Europa, uno spettacolo bizzarro che si manifesta ai nostri occhi sottoforma di pinnacoli di argilla con un “cappello” in cima.
Questi alti coni di materiale morenico su cui posa un masso di importanti dimensioni hanno la caratteristica di essere tanto solidi in periodo di siccità quando poco stabili nei periodi delle piogge, quando il materiale argilloso di cui sono costituiti va a creare delle scarpate di 10/15 metri.
Quando il “cappello” cade dalla piramide, quest’ultima si trova esposta agli agenti atmosferici e di lì a poco crolla, lasciando spazio a quelle che nel frattempo di sono formate alle sue spalle: un vero miracolo della natura.
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