Ho realizzato uno dei miei sogni nel cassetto: dormire ad alta quota in una baita o in un bivacco è sempre stato un mio desiderio e finalmente per festeggiare il mio compleanno quest’anno ci sono riuscita!
Ho atteso il meteo favorevole e poi ho scelto la destinazione: le Dolomiti ovviamente! Più precisamente la Val di Fassa perché avevo in programma di visitare anche un bellissimo parco d’arte a 2200 mt. di cui avevo sentito molto parlare, situato nella vicina Val di Fiemme.
Ecco allora tutte le informazioni per questo nuovo itinerario “chiavi in mano”, ideale se vuoi passare un weekend in montagna senza trekking troppo faticosi ma con panorami ad alto livello WOW!
Indice dei contenuti
Dormire a Rifugio Baita Cuz
Baita Cuz è un bel rifugio situato a 2200 mt circa, sulla piana di Buffaure, un antico cratere di vulcano spento appena sopra all’abitato di Pozza di Fassa. Si può raggiungere in vari modi, più o meno impegnativi, caratteristica che rende l’esperienza alla portata di tutti.
Anche in base al tempo a tua disposizione, puoi decidere di salire al rifugio seguendo i sentieri CAI oppure con la cabinovia Buffaure e la seggiovia, che consentono poi di raggiungere il rifugio con soli 20 minuti di passeggiata.
Tutte le informazioni dettagliate per raggiungere la baita sono disponibili sul sito ufficiale, che ti consiglio di consultare anche per verificare le condizioni meteo in quota attraverso la webcam.
Il rifugio è molto frequentato durante il giorno per lasciare poi spazio al silenzio a mano a mano che si avvicina il momento del tramonto. Io ho scelto di dedicare l’intero pomeriggio del sabato a gironzolare nei dintorni del rifugio, dopo aver fatto il check-in e aver appoggiato lo zaino in camera. La consapevolezza di essere quasi totalmente sola in mezzo alle montagne è una sensazione stupenda.
Ammirare il tramonto sulle torri del Vajolet dalla terrazza del rifugio è stata un’esperienza unica e nonostante il freddo pungente della notte, fotografare la luna piena mi ha emozionata. Stare lì seduta con la mia macchina fotografica ad ammirare il sole che scendeva piano piano e che si nascondeva dietro alle montagne, colorando il cielo di mix di tonalità dal rosso al viola, è stato fantastico.
Nel costo del pernottamento al rifugio è compresa la mezza pensione con una buona cena a base di piatti tipici trentini e una colazione ricchissima sia per gli amanti del dolce che del salato.
Nei dintorni del rifugio, si possono vedere alcune opere d’arte come le panchine giganti, l’Aquila e il Branco di Lupi, opere artistiche che fanno parte di un progetto più esteso di promozione dell’arte “ad alta quota”, utilizzando quasi esclusivamente materiali naturali (per lo più legno).
RespirArt, il parco d’arte a 2200 mt.
Avevo letto articoli e visto immagini di RespirArt ma è stato molto più bello di quanto immaginassi. Si tratta di uno dei parchi d’arte più in quota al mondo, che si snoda tra i 2000 e i 2200 mt. in un percorso ad anello in leggero saliscendi, adatto a tutti.
La partenza del sentiero 514 che in circa 30 minuti conduce a Baita Caserina, il punto di partenza del sentiero ad anello, si imbocca in corrispondenza della seggiovia Tresca, a Pampeago.
Quest’ultima, assieme alla seggiovia Agnello poco più in alto, consentono durante la stagione primaverile ed estiva di arrivare in quota senza fatica, godendosi unicamente la passeggiata ad anello e le opere d’arte sparse. Essendoci andata in stagione autunnale, invece, le seggiovie erano già ferme ma la salita è stata comunque poco impegnativa e raggiungere il Parco è stato molto piacevole.
Il parco nasce dalla filosofia del “lasciare andare” che corrisponde in un certo senso all’affidare le opere d’arte di questi artisti contemporanei alla Natura: non limitiamoci a credere che gli agenti atmosferici possano rovinare le opere, pensiamo piuttosto che potrebbero essere un elemento di completamento delle stesse, mutandole e plasmandole con il tempo.
Vuole essere anche una metafora e un insegnamento per la nostra vita, quello cioè di imparare ad affidarsi ai mutamenti e alla vita stessa, in continua trasformazione.
Alcune delle opere sono posizionate o orientate in maniera straordinaria (con lo sfondo delle Dolomiti, ad esempio) e consentono di riscoprire il senso della meraviglia, che spesso non siamo capaci di catturare o di goderci nella vita quotidiana.
La visita a questo parco diventa un’opportunità irripetibile, da non farsi scappare, per imparare ancora una volta a meravigliarci di quello che ci circonda e della ricchezza culturale e ambientale che il nostro Belpaese può regalarci.
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