Quest’anno la mia scelta per il weekend di Pasqua è caduta sulla riviera ligure di Ponente: ripromettendomi di evitare tassativamente Sanremo e le altre ben note località ad alto rischio di iper-affollamento, ho deciso di andare alla scoperta di questo territorio attraverso un itinerario tra borghi “strani”, ville un po’ pazzerelle e giardini meravigliosi.
Indice dei contenuti:
- Informazioni generali
- Giorno 1: Giardino botanico Hanbury e borgo di Dolceacqua
- Giorno 2: Villa Biener e i borghi di Bussana Vecchia e di Valloria
- Giorno 3: Villa Grock e il borgo di Cervo
Informazioni generali
Per chi proviene dalle regioni del nord Italia, l’autostrada che conduce in Liguria non è tra le migliori. Dimentichiamo le tre larghe corsie delle grandi direttrici che attraversano la pianura padana e prepariamoci a curve, restringimenti e molti cantieri stradali. Una volta arrivati però sulla costa, tutto si dimentica e saremo solo ammaliati della bellezza del mare, dei glicini e delle bouganvillae che qui sono già meravigliosamente in fiore.
Nel nostro viaggio tra Ventimiglia e Imperia, percorreremo quasi sempre la strada costiera che sinuosamente segue il profilo delle colline che si gettano nel blu del mar Tirreno, intervallata dai paesi che si preparano ad ospitare i turisti nelle loro spiagge per la prossima stagione turistica. La bellezza di questa regione è proprio questo contrasto tra collina e mare, un po’ come la costiera amalfitana: due ambienti che convivono quasi fondendosi in uno spazio molto ristretto, creando però delle terrazze panoramiche mozzafiato e regalandoci scorci indimenticabili.
Attenzione, dunque, a mettere in conto che troverete delle condizioni di parcheggio per l’auto non proprio “ottimali”. Nessuna delle ville e dei giardini di cui vi parlerò ha un parcheggio vero e proprio per i visitatori; bisognerà dunque lasciare quasi sempre l’auto lungo la strada, avendo cura di rispettare le condizioni di sicurezza per sé e per gli altri.
Giorno 1: Giardino botanico Hanbury e borgo di Dolceacqua
La nostra prima tappa è a Ventimiglia, dove visitiamo i giardini botanici Hanbury, acquistati dallo Stato Italiano nel 1960 e affidati oggi all’Università degli Studi di Genova. Occupano l’intero promontorio di Capo Mortola, sul terreno acquistato nel 1867 da Thomas Hanbury, il quale affidò poi la realizzazione del giardino al fratello maggiore, studioso di botanica e farmacologia e al paesaggista tedesco Lodovico Winter.
Il Giardino Hanbury è oggi uno dei principali giardini botanici di acclimatazione del bacino mediterraneo, cioè un giardino in cui, grazie al favorevole clima della riviera ligure, si coltivano piante esotiche della fascia tropicale e subtropicale, che lentamente si adattano al clima locale e vengono lasciate al loro naturale ciclo di vita, prediligendo questo obiettivo “scientifico” rispetto alla finalità estetica e ricreativa di molti altri giardini della riviera ligure.
Ci spostiamo poi verso Imperia e andiamo a visitare il primo borgo del nostro tour: Dolceacqua. Monet visitò per ben due volte questo borgo, lo immortalò ben due volte nei suoi quadri e nel 1884 ne scrisse che “il luogo è superbo, vi è un ponte che è un gioiello di leggerezza”. In effetti il vero colpo d’occhio per il visitatore che giunge al borgo è senza dubbio il bellissimo ponte a schiena d’asino del XV secolo.
Addentrandosi poi tra i carruggi (i tipici vicoli liguri), con le botteghe degli artisti e degli artigiani che si susseguono ininterrottamente, lo sguardo vaga ammaliato tra gli edifici, spesso appoggiati l’uno all’altro con contrafforti di pietra.
Giorno 2: Villa Biener e i borghi di Bussana Vecchia e di Valloria
E’ Pasqua e io ho previsto la visita dei borghi di Bussana Vecchia e Valloria per andare poi alla scoperta di una villa che ricorda moltissimo il celebre Parco Guell di Barcellona.
Prima di tutto un consiglio pratico per raggiungere Bussana Vecchia: impostate sul navigatore il nome del paese nuovo, ovvero Bussana Nuova (e seguite poi le indicazioni stradali per il borgo vecchio) perché, alla data in cui sto scrivendo questo post, impostando il nome del borgo antico, Google Maps vi porterà su una strada chiusa senza uscita.
Il Mercoledì delle Ceneri del 1887 un terribile terremoto cambia per sempre la storia di Bussana e dei suoi abitanti: gli edifici abitativi della parte alta del paese vengono quasi totalmente distrutti e il tetto della chiesa implode (con moltissimi fedeli in quel momento in preghiera al suo interno). Un’apposita Commissione istituita per valutare l’abitabilità del borgo sancisce che non è sicuro vivere in quel luogo e che sia meglio trasferirsi più a valle (malelingue dicono che questa decisione fu dettata da interessi legati a speculazioni edilizie sul territorio).
Bussana Vecchia rimane disabitata e in decadenza per decenni, fino alla metà degli anni ‘50, quando alcuni artisti vi si stabiliscono, costituendo la “Comunità Internazionale Artisti di Bussana Vecchia”. Ristrutturano alla meno peggio i ruderi presenti, utilizzando unicamente i materiali di scarto presenti sul luogo e aprono innumerevoli botteghe d’arte. Negli anni a seguire si moltiplicano le divergenze con i discendenti degli antichi proprietari degli edifici e con lo Stato, tanto che ancora oggi sono numerosissime le cause aperte presso i Tribunali di Imperia e di Genova.
Quello che il visitatore oggi si trova davanti agli occhi è un luogo sicuramente molto particolare, in cui il fascino del decadente e i colori delle più variegate e stravaganti forme d’arte si fondono assieme in un luogo che sembra essere uscito dal cilindro del Cappellaio Matto.
La tappa successiva del nostro itinerario è Valloria, il borgo delle porte dipinte: questo piccolo borgo a soli 15 km da Imperia è famoso perché tutte le porte delle case, dei magazzini, dei garage, delle stalle e delle cantine sono dipinte con i soggetti più disparati. Ci sono le porte fiorite, quelle con i danzatori di tango, con gufi, gatti, tigri e libellule, quelle che ritraggono scene di vita quotidiana, quelle che sembrano quadri su legno e quelle che sembrano finestre che aprono lo sguardo su un paesaggio totalmente diverso da quello reale circostante. La tranquillità dei suoi vicoli, il silenzio e l’esaustivo percorso consigliato attraverso frecce ed indicazioni sui muri, permette di sentirsi a tutti gli effetti il visitatore solitario di una mostra d’arte a cielo aperto.
Ultima tappa di questa giornata è Villa Biener, residenza privata della signora Judith e del marito, che tutti i pomeriggi dalle ore 15 alle ore 19 aprono le porte della sua casa e conducono i visitatori in un viaggio meraviglioso nel loro giardino, che definirei piuttosto un “parco d’arte”. Vi consiglio di arrivare all’orario di apertura per riuscire a parcheggiare alla villa, perché i posti auto limitatissimi. Diversamente lasciate l’auto più in basso verso la costa e preparatevi ad una bella salita a piedi.
La villa sorge in mezzo ad un uliveto, con terrazze che si affacciano magnificamente sul mare e l’onnipresente vento che accompagna i visitatori alla scoperta di un parco che ospita mosaici e opere d’arte scultorea di vari artisti contemporanei. Qui è l’arte della signora Judith a fare da padrona: i suoi meravigliosi mosaici coprono le superfici delle terrazze intorno alla villa (il “sentiero delle mura”) e i vari settori del parco, dove si incontra anche la scultura mosaicata della Grande Madre, emblema e simbolo della villa, e la piscina (un’antica vasca di irrigazione).
Giorno 3: Villa Grock e il borgo di Cervo
Da bambina non ho mai amato il circo, non l’ho mai trovato affascinante nè divertente, non è mai stato nelle mie corde. Da adulta ne apprezzo invece l’indiscutibile arte e abilità che si cela dietro l’apparente goffaggine dei suoi personaggi, così come per le acrobazie eseguite dai circensi. Visitare Villa Grock è stato come andare al circo, immergermi da adulta in questo universo magico mi è piaciuto moltissimo!
La villa fu la residenza del famosissimo Adrien Wettach, in arte Grock, artista straordinario, giocoliere, equilibrista, acrobata in grado di suonare un gran numero di strumenti musicali e di parlare fluentemente otto lingue straniere: un personaggio affascinante, eclettico e totalmente geniale! Tutti i dettagli del giardino e della villa richiamano al mondo circense, accompagnando il visitatore in un mondo magico e giocoso, attraverso lampioni, colonne, fontane, balaustre e decori che concorrono a creare quello che si definisce un “circo di pietra”.
Consiglio pratico: cercate di parcheggiare l’auto negli appositi spazi bianchi lungo la strada che sale verso la villa oppure approfittate della navetta gratuita che il Comune mette a disposizione dei visitatori negli orari di apertura e che parte dalla piazza principale del paese.
L’ultima tappa del nostro itinerario è Cervo, un bel borgo medievale a ridosso della collina che si affaccia sul mare e troneggia con le sue case colorate e la bella chiesa di San Giovanni Battista. Vi consiglio di passeggiare senza troppi pensieri tra i vicoli ciottolati del borgo, sbirciate con garbo dai cancelli dei giardini e delle terrazze delle abitazioni private e salite fino all’antico castello per poi scendere verso la piazza della chiesa e godervi il panorama sul mare, magari sorseggiando una bibita in uno dei molti localini che si incontrano sulle terrazze.
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