Chi mi aveva detto che è troppo turistica, chi invece mi aveva predetto che me ne sarei innamorata. Con Dubrovnik è stato per me proprio amore a prima vista.
Fin da quando l’ho vista per la prima volta passando in auto lungo la strada costiera che la sovrasta per proseguire poi e andare verso il confine montenegrino, Dubrovnik si mostra agli occhi del visitatore come una elegantissima cittadina orlata da una cinta muraria pressoché perfetta.
Impossibile non innamorarsene! Non a caso Lord Byron la definì “la perla dell’Adriatico” !
Indice dei contenuti
- Come raggiungere Dubrovnik
- Info utili per la visita
- L’esperienza da non perdere: il giro delle mura
- Cosa vedere nel centro storico
- Una breve riflessione
Come raggiungere Dubrovnik
La località più nota dell’intera Croazia è oggi ancora più facilmente raggiungibile via terra, con l’auto propria, passando per la penisola di Peljesac (Sabbioncello in italiano). Prima di luglio 2022, chi voleva avventurarsi nella Dalmazia meridionale doveva affrontare i controlli di dogana per oltrepassare il breve lembo di terra bosniaca che separa la Dalmazia centrale da quella meridionale e che costituisce l’unico sbocco sul mare della Bosnia Herzegovina.
Oggi è tutto molto più semplice grazie ad un modernissimo e spettacolare ponte, che consente di non “uscire dall’Unione Europea” (seppur per pochi kilometri) per raggiungere la città.
Dubrovnik è poi uno dei porti croati principali e dunque sono moltissime le navi da crociera che attraccano, riversando nelle vie del centro storico migliaia di turisti che giungono in città via mare.
E infine, a Cilipi, a poca distanza dal confine montenegrino, Dubrovnik si è dotata anche di un piccolo ma modernissimo aeroporto, che grazie alle compagnie low cost permette a moltissimi visitatori di giungere in queste zone per via aerea.
Info utili per la visita
Devi sapere che i parcheggi in città sono costosissimi e un’ora di sosta può costare anche 8 euro nel mese di agosto. Se parcheggi nel raggio di circa 20 minuti a piedi dal centro (in zona 3 per intenderci) la tariffa scende a 1,30 euro l’ora ma dalla seconda ora scatta la tariffa forfait di 17 euro, indipendentemente dalla durata della tua sosta.
Devo ringraziare l’host dell’appartamento in cui alloggiavo che mi ha indicato dove parcheggiare gratuitamente a circa 15 minuti a piedi dall’ingresso delle mura. Lascio qui di seguito il punto esatto su Google Maps : si tratta di una piccola zona commerciale ma che al momento non ha ne’ sbarre ne’ cancelli di chiusura, dunque liberamente accessibile a tutti. E la passeggiata che porta al centro è anche molto piacevole.
L’esperienza da non perdere: il giro delle mura
Se parcheggerai dove ti ho indicato, arriverai senza difficoltà alla porta di accesso della città, la Porta di Pile, nonché accesso principale per il giro delle mura cittadine.
Quest’ultime sono una delle immagini più iconiche della Croazia e non è difficile capirne il perché, essendo tra le meglio conservate d’Europa.
Il costo per accedervi è piuttosto esoso, 35 euro a persona, ma secondo me ne vale veramente la pena, essendo anche l’unica vera attrazione della città.
2 km di lunghezza per godersi un panorama dell’interno della città e della magnifica costa circostante, con bellissime vedute anche sulle isole di fronte. Per non parlare della gran quantità di torri rettangolari e rotonde, bastioni e una grande fortezza da ammirare.
Insomma una mastodontica costruzione perfettamente conservata e mantenuta, per un’esperienza indimenticabile che consiglio di fare al tramonto (le mura chiudono alle 19).
Con il vento che accarezza i capelli e il sole che si abbassa all’orizzonte, avviandosi verso il tramonto, ammirare Dubrovnik dall’alto è stata una delle esperienze più belle dell’intero viaggio in Croazia.
Cosa vedere nel centro storico
Ricordo che, una delle cose che mi aveva maggiormente colpito del centro storico già facendo il giro delle mura, è il gran numero di edifici religiosi presenti in città, facilmente riconoscibili attraverso campanili e facciate romaniche.
Il centro storico di Dubrovnik è tagliato a metà dal famoso Stradun (o Placa), un bel viale di pietra calcarea lisciata nel corso degli anni dall’intenso passaggio di abitanti e visitatori, sul quale si affacciano i negozi e che ci accompagna dritti dritti alla Piazza della Loggia.
Dirigendosi verso destra (dando dunque le spalle alla collina), ci si avventura lungo i vicoli che facilmente portano alla Cattedrale per poi passeggiare su una delle vie parallele allo Stradun e ritornare verso la Porta di Pile da cui eravamo entrati, di fronte alla quale sorge la Grande Fontana di Onofrio.
Fai attenzione a illustrazioni, cartelli esplicativi e fotografie che incontrerai in questa zona della città e che ti racconteranno gli episodi più tragici e crudeli della storia recente di Dubrovnik, quando durante da Guerra Patria venne pesantemente bombardata (nonostante fosse già stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO).
Una breve riflessione
Da ottobre 1991 ad agosto 1992 l’esercito popolare Jugoslavo e la milizia montenegrina diedero vita ad un assedio che comportò la distruzione del 70% degli edifici cittadini e la morte di più di 300 persone tra civili e difensori. Questo doloroso e brutale momento storico venne chiamato “assedio di Dubrovnik” ma ci sono moltissime zone della Dalmazia che portano ancora con sé i segni della guerra di trent’anni fa. I segni della storia croata recente sono in questa parte del paese molto più presenti e visibili rispetto alle zone settentrionali, come l’Istria ad esempio.
Questo è stato forse il tratto emotivamente più commuovente di questo mio viaggio in Croazia.
Negli anni delle Guerra Patria (inizio anni ‘90) ero una bambina, non ricordo nemmeno le immagini alla televisione e quindi mi sembra quasi impossibile che a pochi passi dall’Italia si stesse verificando un tale abominio, qual’è la guerra.
A scuola non siamo mai arrivati con il programma scolastico a parlare di quel periodo storico e di quei fatti, rendendo tutto ai miei occhi ancora più “mitico” e offuscato. Ho sempre associato la guerra ai miei nonni perché mentalmente siamo abituati a pensare unicamente alle due Grandi Guerre del Novecento, che sono anagraficamente molto distanti da me.
E’ forse per questo che trovarmi di fronte a edifici che ancora oggi portano i segni dei bombardamenti mi ha particolarmente colpita, facendomi spesso pensare ai miei coetanei croati o bosniaci, che a 5/6 anni vivevano sotto i bombardamenti. Un guerra reale, recente, dei miei tempi.
Inutile dire come tutte queste mie riflessioni siano in questo momento storico quanto mai attuali e amplificate dalla situazione geopolitica europea e medio-orientale.
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