Esplorando la Sardegna orientale

Esplorando la Sardegna orientale

Se sei alla ricerca del mare cristallino da sogno, la Sardegna è sicuramente la risposta a tutte le tue esigenze e in questo articolo ti porterò ad esplorare le spiagge che non puoi assolutamente perderti sulla costa orientale, più precisamente nella zona costiera tra San Teodoro e Siniscola.

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Sardegna orientale: come arrivare e come spostarsi

La Sardegna è dotata di porti e aeroporti da nord a sud, dunque è molto facile raggiungere qualsiasi località turistica tu abbia in programma di visitare. La parte orientale dell’isola è ben accessibile grazie alla presenza del porto di Olbia e dell’omonimo aeroporto, che collega l’isola con le principali città italiane, anche grazie a compagnie low cost.

I traghetti per Olbia partono da Livorno o Piombino e la durata del viaggio è variabile in base alla tipologia di traghetto che si sceglie. Io ho sempre preferito imbarcarmi sul traghetto in partenza nel primo pomeriggio da Livorno o Piombino per essere ad Olbia dopo circa 6 ore di traversata e poter così raggiungere il mio luogo di villeggiatura prescelto.

Per quanto riguarda gli spostamenti, dalla mia esperienza è consigliabile certamente avere a disposizione la macchina, propria o a noleggio. Le strade purtroppo non sono illuminate e spesso hanno molte curve pertanto credo che l’uso del motorino sia la scelta migliore, a meno che non ci si accontenti di rimanere in un raggio molto limitato di chilometri e ci si muova solo di giorno.

Le spiagge tra San Teodoro e Siniscola

Iniziamo a parlare delle spiagge di questo tratto di costa, partendo dai due “pezzi forti” della zona di San Teodoro ovvero Cala Brandinchi e Lu Impostu.

Cala Brandinchi è veramente un gioiello della costa sarda e può reggere il paragone con i paradisi caraibici o polinesiani per l’intensità e la brillantezza delle sue sfumature, tanto che i turisti la conoscono anche come “la piccola Tahiti”. Ideale anche per famiglie con bambini grazie ai bassi fondali e alla sabbia fine, a ridosso di una pineta che offre refrigerio nelle calde giornate estive. Inoltre, avrai davanti agli occhi un panorama all’orizzonte difficile da dimenticare, ovvero il profilo dell’isola della Tavolara.

Lu Impostu non è da meno. Solo un piccolo promontorio boscoso la separa da Cala Brandinchi e dunque l’intensità dei colori delle acque limpidissime, le sabbie bianchissime e la vegetazione sono le stesse.

Purtroppo il giorno che sono andata a Capo Comino, il mare era molto agitato e il vento soffiava forte. Tuttavia il colore blu intenso dell’acqua mi confermano che nei giorni di mare piatto anche questa spiaggia deve essere molto piacevole.

La Cinta, altra spiaggia molto nota della zona, è piuttosto lunga ma poco profonda e il colore dell’acqua azzurro-verde non ha nulla da invidiare alle mete caraibiche. Al tuo arrivo in spiaggia, accederai all’arenile attraverso la parte attrezzata ma poco più avanti inizia la parte di spiaggia libera. Il mio consiglio è di continuare a camminare ed allontanarsi un pò per arrivare alla zona meno affollata e trovare dunque un angolino tutto per te.

Isuledda e La Caletta sono altre due belle spiagge di sabbia fine e chiara che digrada lentamente nel mare turchese. Non c’è molto da dire se non che sono due dei tanti paradisi che si trovano su questo tratto di litorale sardo.

La Caletta è anche il nome di uno dei centri abitati principali di questo tratto di costa: non ci sono particolari attrazioni da vedere ma la via pedonale è piena di ristorantini e negozi di abbigliamento e souvenir pertanto la consiglio soprattutto per una passeggiata serale.

Io sono sempre andata a cenare alla Locanda Fuffuraju, dove si mangia divinamente (e a prezzi contenuti) del buonissimo pesce.

Berchida è un’altra meravigliosa scoperta: grazie al consiglio di un’amica, dopo essermi posizionata con ombrellone e sdraio, mi sono incamminata in direzione sud (per capirci: guardando il mare, ho camminato per mezz’oretta circa verso destra) e ho raggiunto un altro stupendo tratto di arenile, raggiungibile solamente a piedi in quanto zona protetta, ovvero la spiaggia di Biderrosa.

Quasi deserta, acqua trasparentissima e sabbia fine: location ideale per scattare mille foto che facilmente diventeranno indimenticabili ricordi.

Iscraios è una spiaggia molto ampia ma poco frequentata, nelle vicinanze dal borgo di Posada (visibile anche dalla spiaggia, in cima alla collina alle spalle di quest’ultima). Questa spiaggia è un paradiso vero: tranquillità e acqua trasparenti garantite per passare una giornata di totale relax senza affollamento e confusione di nessun tipo.

Infine, Li Cucutti è una spiaggia che ho trovato per caso e ho deciso di fermarmici solamente perché l’ho trovata completamente deserta. Ma talmente deserta che mi sono dedicata del tempo per fare un po’ di yoga al sole, nel bel mezzo della spiaggia e di fronte all’acqua calma e trasparente, tutta per me!

Come si accede alle spiagge di San Teodoro

Il Comune di San Teodoro ha da alcuni anni imposto la prenotazione obbligatoria per l’accesso alle due spiagge di Lu Impostu e Cala Brandinchi.

Sul sito preposto è possibile prenotare con 48 ore di anticipo il proprio posto in spiaggia, ricevendo un QR code da mostrare all’ingresso dei parcheggi (un po’ costosi a 2,50 €/ora in alta stagione).

Ovviamente la scelta del comune di San Teodoro può essere discutibile per alcuni ma certamente è stata fatta per cercare di ridurre l’affluenza massiva che queste spiagge, lunghe ma poco profonde, non potevano sostenere continuativamente.

Al di là dell’obiettivo di salvaguardia dell’ambiente naturale che secondo me vale da solo ogni sforzo richiesto, penso che l’accesso su prenotazione permetta comunque una migliore fruizione della spiaggia.

A nessuno faccia piace sentirsi soffocare tra un ombrellone e l’altro ed è invece molto più rilassante avere un certo “spazio vitale” in spiaggia.

Il borgo di Posada: cosa vedere

Posada, insignito della Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, mi ha attratta da lontano, mentre trascorrevo la giornata alla bellissima spiaggia di Iscraios.

Questo borghetto semi-disabitato, con il suo impianto tipicamente medievale, è arroccato su una rupe e dominato dal Castello della Fava. Ai suoi piedi una vallata verdissima che arriva fino alle spiagge e al mare turchese che questo tratto di costa riserva ai suoi visitatori.

Posada è un labirinto di pietra, con vicoli intricati, ripide scalinate, archi e inaspettate piazzette che rimandano all’atmosfera dei duelli e delle rappresaglie del Medioevo. É proprio il castello la principale attrazione del paese: dalla sommità della collina su cui sorge il panorama è stupendo, solo quello varrebbe la fatica della salita sotto il sole cocente dell’estate sarda.

Ma perché si chiama Castello della Fava? Il nome è quantomeno curioso!

La leggenda dice che attorno al 1300 una flotta turca (o saracena) assediò il borgo di Posada, cercando di conquistarla per sfinimento e fame.

Per ingannare gli aggressori, gli abitanti già stremati e non in grado di reggere la battaglia, fecero mangiare una manciata di fave (unica cosa che rimaneva delle loro derrate alimentari) ad un piccione, per poi liberarlo in volo gravemente ferito.

L’uccello cadde così nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno e dunque visibilmente gonfio di cibo. Il gonfiore fu notato dagli aggressori arabi che si convinsero così a desistere dall’assedio, credendo che il castello avesse ancora molte risorse alimentari e che fosse dunque pronto a continuare la lunghissima resistenza.

Da questa leggenda deriverebbe dunque il nome del monumento simbolo del paese.

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